APR 27, 2015
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Da qualche tempo si parla sempre più di Industria 4.0, ma in concreto cosa si intende?
Il termine Industrie 4.0 è nato in Germania e diventato di uso comune in occasione della fiera di Hannover del 2012. In particolare si riferisce ad una “iniziativa strategica” del governo tedesco avente l’obiettivo di realizzare Smart Factory, ovvero fabbriche intelligenti le cui caratteristiche sono:
Un grosso cambiamento per l’industria manifatturiera, talmente radicale e innovativo, che viene definito come “quarta rivoluzione industriale”.
Ma da cosa nasce questa nuova rivoluzione?
Si potrebbe dire che è una conseguenza/continuazione della terza rivoluzione industriale in cui l’ICT (Information and Communication Technology: l’informatica) l’ha fatta da padrone e ha permesso, grazie ad Internet, la connessione reciproca di un numero sempre maggiore di computer e la fornitura di servizi di information technology tramite cloud computing.
Con l’avvento dell’Industria 4.0 le imprese gestiranno reti globali che incorporeranno macchinari, sistemi di magazzinaggio e strutture produttive sotto forma di Cyber-Physical Systems (CPS), in stretta connessione fra loro, consentendo loro di comunicare, scambiarsi informazioni ed innescare azioni in completa autonomia.
Cyber Physical System, Digital Factory, Intelligent Technical System e molti altri termini di attuale utilizzo probabilmente non sono così chiari. Trovate di seguito un utile glossario estratto dall’Osservatorio dell’Industria italiana dell’Automazione della Federazione Anie:
In sostanza, il risultato di questa rivoluzione non sarà un nuovo processo produttivo, ma l’evoluzione dello stesso in un vero e proprio network di macchine. Esse non saranno più destinate alla sola e mera produzione: potranno produrre di più grazie alla riduzione degli errori e modificare inoltre in maniera completamente autonoma gli schemi di produzione a seguito degli input esterni che riceveranno.
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere attraverso questa strategia sono:
Come in tutte le rivoluzioni, non mancano aspetti discutibili. In particolare emergono perplessità in ambito tecnico ed in ambito sociale.
In ambito tecnico, una difficoltà riguarda la comunicazione fra macchinari e dispositivi.
Le piattaforme ed i linguaggi utilizzati dovranno infatti essere comuni per poter permettere alle macchine di comunicare fra di loro. Con il rischio, nel caso dovessero esserci incompatibilità, di bloccare il processo produttivo. Risulta inoltre una questione delicata ciò che riguarda la sicurezza delle reti, in quanto i processi industriali potrebbero subire cyber-attacchi ed essere quindi danneggiati o manipolati in remoto. Sorge quindi spontaneo chiedersi quali garanzie ci siano circa i dati aziendali, una volta immessi in rete.
Dal punto di vista sociale, si discute invece sull’impatto di una tale rivoluzione nel mondo del lavoro.
È sempre più forte la preoccupazione che avvenga un calo drastico della mano d’opera a causa della progressiva automazione. Ipotesi certamente plausibile, come è vero anche che il cambiamento industriale porterà ad un’evoluzione dei compiti del lavoratore; si renderà infatti necessario personale che controlli e gestisca tramite computer le macchine. Nel mondo sono già in atto forti cambiamenti per i quali gli oggetti che ci circondano sono sempre più connessi più tra di loro e l’uomo. I più ottimisti sostengono che i lavori più noiosi e ripetitivi saranno sostituiti a favore di posizioni più creative, a beneficio del lavoratore.
Di certo c’è che questa nuova rivoluzione è ormai iniziata, secondo te l’Italia può considerarsi pronta?
Felice
2017-06-05 16:24:19
Ben venga l’innovazione qualunque essa sia. Ciò che preoccupa è stato già trattato in questo accurato articolo, cioè la comunicazione tra le varie macchine, la sicurezza dei dati che si scambiano, l’immunità a “virus” esterni e per ultimo ma il più importante la locazione dell’uomo in tutto questa rivoluzione industriale. L’Italia è pronta? Io ho sempre visto l’Italia come culla dell’ingegno e dell’inventiva. Pronta a nuove sfide, ma tutto questo spesso viene soffocato da altre forze negative che vanificano lo sforzo di molti imprenditori e laboratori.
Pierluigi
2017-12-14 16:25:16
Buongiorno Felice, condivido il tuo punto di vista. L’italia è il paese di inventori e sognatori; non per nulla una grandissima parte delle conquiste scientifiche in svariati settori si deve proprio ad illustri italiani (Marconi, Volta, Fermi, per citarne alcuni). I limiti al contempo ci sono. Ritengo comunque che, nonostante questi, moltissime aziende e persone in italia abbiano raccolta la sfida dell’industria 4.0, proponendo nuove idee e soluzioni. Da parte nostra, in Finder, progettiamo e costruiamo le automazioni che ci permettono di essere competitivi ed innovativi sul mercato da decenni. E’ anche grazie a questa esperienza, maturata “sulla nostra pelle”, che teniamo particolarmente alla qualità e alla sicurezza dei nostri prodotti.